Acqua come cultura, acqua come storia tra passato e presente: le sorgenti della Campania

L’acqua è la principale risorsa e fonte di vita, divinizzata da greci e romani fin dai tempi antichi. In particolare la Campania è stata da sempre una regione in cui i popoli hanno instaurato un forte rapporto con le fonti sorgive proprio grazie alla grande diffusione delle stesse. Le sorgenti prendevano vita nelle sembianze di una divinità chiamata Mefitis, cioè “medietà”. Questo nome deriva dal fatto che l’acqua al momento in cui sgorga dalla terra si trova a metà tra il mondo solare e quello oscuro. Proviene dagli inferi, il luogo della morte, per dare vita e sollievo a tutti gli esseri viventi. Furono numerosi anche i santuarietti fontili, dedicati espressamente a Mefitis, costruiti tra il IV e il III secolo a. C. tra la Campania, la Calabria e la Lucania. Uno dei più importanti è situato nella Valle del fiume Ansanto, in provincia di Avellino, lì dove sono particolarmente diffuse sorgenti sulfuree.

Ma indubbiamente la zona in cui sono maggiormente sparse le sorgenti d’acqua è Castellammare di Stabia, la cosiddetta città delle acque. Questa località era già nota nel I secolo d. C. quando Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia scrisse di un’acqua particolarmente benefica, consigliata soprattutto per la cura della calcolosi. Era chiamata Media poiché la sorgente era situata in un luogo intermedio rispetto alle altre circostanti. Oltre all’acqua media, sono numerose le acque che sgorgano ancora oggi dal terreno stabiese: l’acqua acidula, indicata per facilitare la digestione; l’acqua ferrata, consigliata per coloro che soffrono di malattie debilitanti; le acque muraglione e solfurea che hanno un’azione purgativa; l’acqua magnesiaca, raccomandata per chi soffre di coliti spastiche; le acque stabia, san Vincenzo e pozzillo, che hanno un’azione lassativa. Alcune vengono anche imbottigliate e vendute come l’acqua della Madonna, che ha un’azione diuretica e dissolvente per i calcoli renali ed è naturalmente effervescente, limpida, incolore, inodore con un sapore leggermente acidulo.