Uno sperimentatore assoluto del linguaggio fotografico con una formazione in storia dell’arte e una spiccata curiosità nello spingersi dietro le quinte di ogni cosa: questo è stato il geniale e unico Alfa Castaldi (vero nome Alfonso).
Nasce a Milano nel 1926 e si sposa con Anna Piaggi, giornalista di moda e protagonista di molti suoi scatti. Non una semplice donna, ma una musa ispiratrice che lo accompagna per mano nel fashion world, facendolo appassionare ogni giorno di più.
È un artista ricercatore, non si accontenta di riprendere abiti e modelle secondo canoni tradizionali, ama invece trasformare semplici sfilate in veri e propri reportage sociali.
Collabora con testate importanti come Vogue, Panorama e l’Espresso. Lo spirito del reporter non lo abbandonerà mai, anzi, si affinerà col tempo. Le sue scelte diventano via via più sofisticate e la raffinatezza si coniuga con la sapienza nell’osservare i segni della fugacità della vita, fino alla sua scomparsa nel ’95.
Una storia durata più di 40 anni, quella di Alfa con la fotografia, dai primi anni ’50 fino al giorno della sua morte, nel dicembre del ’95.
Allievo prediletto di Longhi a Firenze nel dopoguerra, Alfa nei primi anni ’50 abbandona l’idea di un impegno nella storia dell’arte per occuparsi di fotografia. Vive intensamente il periodo del Bar Giamaica, con Ugo Mulas e Mario Dondero documenta la rinascita della vita culturale italiana, le nuove forme di espressione pittorica, gli scrittori, il giornalismo. Fino al 1959 si occupa di reportages, il Sud Italia, Parigi, l’Algeria, Londra, lavora per settimanali e mensili. Poi apre uno studio a Milano, conosce Anna Piaggi, che diventerà la compagna della sua vita, ed incomincia ad occuparsi anche di moda.
Negli anni successivi la fotografia diventa per Alfa un’esperienza a tutto campo: reportages, ritratto, moda, still life, attraverso la collaborazione con le maggiori testate italiane ed internazionali la figura di Alfa diventerà un riferimento fondamentale della fotografia italiana.