L’alga spirulina è molto diffusa nelle acque salmastre delle zone tropicali e subtropicali ecco perché la sua coltivazione non è ancora molto diffusa in Italia, e circa il 90% dell’alga, che viene usata per integratori, creme e altri prodotti, arriva soprattutto da Africa, Stati Uniti ed Estremo Oriente.
Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato e questo prezioso ingrediente è diventato sempre più appetibile per gli imprenditori italiani che guardano oltre le tradizionali coltivazioni. Da Nord a Sud non è più così difficile trovare alga spirulina pura 100% italiana e così questo ingrediente naturale diventa sempre più facile da trovare anche a km0.
Classificata tra i superfood, la spirulina – nonostante faccia parte delle alghe azzurre – è di un acceso color verde. Piccolissima alga a spirale, da cui il nome, la spirulina è ricchissima di sostanze nutritive preziose per l’organismo. L’alga spirulina contiene proteine in dosi superiori alle uova e alla soia, ma anche antiossidanti, sali minerali, aminoacidi essenziali, vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina D ed è anche ricca di zinco, sodio, selenio, fosforo, potassio e magnesio. Non dimentichiamo di segnalare anche il quantitativo di ferro contenuto nella spirulina. Tutte proprietà che la rendono l’alga spirulina un alimento naturale ideale come integratore alimentare per chi pratica sport e per le donne di mezza età.
Le sue doti erano note anche agli Aztechi così come agli antichi Romani, ma è balzata agli onori delle cronache quando la NASA l’ha scelta come integratore per gli astronauti dimostrando come un organismo così piccolo potesse essere il cibo del futuro.
Al momento i produttori italiani di spirulina sono davvero pochi, ma dal 2018 la maggior parte di coloro che la coltivano in modo biologico si sono riuniti sotto il nome dell’Unione Spirulina Biologica Italiana per garantire, con test e analisi di laboratorio, la qualità del prodotto secondo le rigide norme europee. Le aziende che fanno parte dell’USBI per garantire la totale sicurezza alimentare producono indoor, con una coltivazione protetta per evitare che questa microalga, di fatto un bioaccumulatore, possa assorbire sostanze inquinanti che arrivano dall’esterno.