Antiche leggende di Sardegna: le Domus de Janas

Oltre all’ambiente e alle bellezze naturali, le cose che caratterizzano maggiormente il paesaggio sardo sono le sue testimonianze archeologiche; le più conosciute sono i nuraghi, che grazie alla loro imponenza, segnano più di ogni altra cosa il paesaggio della Sardegna, rendendolo unico rispetto a qualsiasi altra parte del mondo. Ci sono poi le Tombe dei Giganti, risalenti all’Età del Bronzo antico e i Menhir e i Dolmen, ancora più antichi.

Ma ad attirare l’attenzione e la curiosità della gente sono soprattutto le Domus de Janas, nicchie sepolcrali prenuragiche appartenenti al neolitico, comuni a tutta l’area Mediterranea. Formate da una o più ambienti quadrangolari o circolari, riproducono in scala ridotta le caratteristiche di un’abitazione vera e propria, nella quale i defunti si dovevano sentire come a casa. Più che delle tombe erano dei luoghi di culto di una civiltà antica che basava la sua religione essenzialmente sulla venerazione dei morti e degli antenati. Anche le culture successive continuarono a utilizzare questi siti come luoghi sacri ove celebrare riti e cerimonie. Con il passare dei secoli però, si perse memoria della funzione originaria che questi luoghi avevano avuto e la credenza popolare li reputò dimore di piccoli esseri fantastici, simili a fate o folletti, e da qui il nome Domus de Janas.

Attorno a queste creature sono nate nel tempo una miriade di leggende e racconti che oggi costituiscono un vero e proprio corpus mitologico. Sebbene ogni comunità tramandi delle storie differenti riguardanti le Janas, ogni racconto è modulato su caratteristiche descrittive comuni riscontrabili sia nelle particolarità fisiche degli esseri in questione, sia sui loro propositi morali. Infatti nella maggior parte dei racconti le Janas vengono rappresentate come delle donnine di bassa statura, dall’aspetto piacevole che potevano essere gentili o dispettose a seconda dei casi e delle persone oggetto delle loro attenzioni. Avevano dei grandi seni e la loro voce era simile a uno strillo acuto e sgradevole. Rimanevano nascoste nei loro rifugi scavati nelle rocce e si rendevano visibili solo ai bambini.

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