Caprese: la storia della pasticceria campana in una torta semplice e unica

Morbida dentro e croccante fuori con un composto di cioccolato e un sapore di mandorle,  senza farina e per questo adatta ai celiaci: stiamo parlando della torta caprese. Un dolce inventato cento anni fa quasi per errore, che, da vera icona della pasticceria campana, è diventato poi famosa in tutta Italia e, come spesso accade, riproposto con numerose varianti. Se la ricetta base, infatti, prevede l’utilizzo di cioccolato fondente e delle mandorle tritate, non è raro trovare anche delle versioni bianche, al limone o al pistacchio. Ma prima entrare nel vivo delle ricette, vediamo qualche curiosità sulle origini della caprese.

La storia della pasticceria è ricca di invenzioni “involontarie”, di impasti diventati la base di grandi classici grazie a un errore di calcolo nelle proporzioni, nella cottura o in semplici dimenticanze per quel che concerne l’utilizzo degli ingredienti. La torta caprese non sfugge a questa regola non scritta: sembra infatti che il mancato inserimento della farina nell’impasto abbia dato vita a questa caratteristica consistenza che rende unico il dolce.

La “leggenda” narra, infatti, che nel 1920, in un laboratorio artigianale dell’isola di Capri, un cuoco di nome Carmine di Fiore creò “quasi per errore” la torta. Il pasticcere si trovava solo nel suo laboratorio, tra utensili e ingredienti, con l’incombenza di dover preparare un dolce per tre malavitosi giunti in loco per conto di Al Capone. Il cuoco, forse per distrazione o forse per l’ansia dettata dalla particolare tipologia di clienti che aveva al cospetto, dimenticò di inserire nell’impasto la farina. Quando il dolce giunse alla fine della sua cottura, di Fiore notò con stupore l’incredibile profumo e l’inedita consistenza della torta: morbida al centro e croccante all’esterno. Da un errore, una dimenticanza, una distrazione, ecco prese vita quello che sarebbe divenuto un classico della pasticceria isolana e partenopea.