La Calabria più bella da scoprire: con i suoi vini, con i suoi scorsi al tramonto unici, con i suoi salumi e formaggi figli di una terra brulla e straordinaria. Oggi parliamo di uve meravigliose e di un vino, il Cirò, famoso in tutto il mondo.
La denominazione Cirò DOC trova la sua ambientazione nei comuni di Cirò e Cirò marina, in provincia di Crotone. In questa zona il vitigno a bacca nera più coltivato è il Gaglioppo, da cui si ricavano i vini rossi e rosati della denominazione. In genere il Cirò rosato viene prodotto utilizzando uve Gaglioppo in purezza, anche se da disciplinare è prevista una percentuale minima dell’80%, con la rimanente parte costituita da vitigni locali sempre a bacca nera.

Vitigni e ambientazione climatica giocano un ruolo fondamentale per la caratterizzazione dei vini rosati della DOC Cirò. Dal Gaglioppo si ottengono mosti di particolare struttura, le cui caratteristiche organolettiche sono accentuate dal sole della Calabria e che ritroviamo anche nelle versioni rosate di questo vino. Il Gaglioppo è uno dei pochi vitigni le cui versioni rosate si prestano anche ad un moderato affinamento in legno.
Il Cirò rosato si degusta avendo cura di stappare la bottiglia una mezz’ora prima della degustazione per favorire l’ossigenazione di eventuali note di riduzione dovute al processo di vinificazione.Utilizzare un calice di dimensioni medie a luce sufficientemente larga per favorire la diffusione dei profumi. Temperatura di degustazione, 12-14°C.
Il Cirò rosato presenta all’olfatto aromi fruttati di ciliegie e mirtilli, floreali di garofano e viola mammola, su di un lieve sottofondo etereo e leggermente speziato per le versioni più mature, soprattutto se sottoposte ad alcuni mesi di affinamento in legno.