I litorali bassi e sabbiosi vicini alle foci dei fiumi sono le zone in cui possono originarsi i laghi costieri e gli stagni salmastri. I corsi d’acqua infatti trasportano materiali in continuazione ma la forza del mare contrasta la loro dispersione, i sedimenti si depositano creando lunghe lingue di sabbia e fango parallele alla costa. Questi cordoni litoranei generano lagune, laghi costieri o stagni. La differenza fra lago e stagno o palude sta nell’estensione e nella profondità. Le caratteristiche dei laghi costieri li pongono in molti casi ai limiti della categoria, perché sono in genere poco profondi. I bacini costieri italiani quindi sono sempre in bilico fra la denominazione di lago, laguna, stagno. Sono ambienti con caratteristiche molto particolari in cui i sedimenti, la salinità, la temperatura, la morfologia sono variabili e in continuo divenire. Ciò condiziona il popolamento vegetale e animale creando ambienti estremi, in cui solo le specie con particolari adattamenti fisiologici possono vivere. Ma quali sono i laghi costieri italiani? Partendo dalle coste adriatiche settentrionali sono presenti numerosi stagni costieri connessi alle grandi lagune di Grado-Marano e Venezia-Chioggia. Lungo il delta del Po, verso Ravenna, troviamo aree paludose e stagni salmastri. Le Valli di Comacchio sono un bacino molto esteso modificato dall’uomo per la pesca, così come Valle Bertuzzi presso il Lido di Volano. I primi veri laghi costieri dell’Adriatico sono in Puglia, il lago di Lesina, dalla superficie di più di 50 kmq e quello di Varano, di circa 60 kmq. Entrambi si trovano al margine settentrionale del Gargano.