Uno strumento musicale straordinario, antichissimo. Che sembra una chitarra, ma non lo è. Una tradizione artigianale che affonda la sua origine nella notte dei tempi, tramandata da padre in figlio, da nonno a nipote. Custodita gelosamente nei ricordi di famiglie sane, genuine, dai valori semplici. C’è un’antica tradizione artigianale che fa vibrare la Calabria, che fa emozionare in fondo tutta l’Italia da Vivere: è quella dei liutai calabresi, maestri del suono e dell’artigianato pronti a realizzare veri e propri capolavori, preziosi strumenti musicali che meritano di essere conservati e tramandati nel tempo. Il liuto, fece il suo ingresso in Italia grazie agli Arabi che lo introdussero tra Sicilia e Calabria intorno al IX-X secolo, in primis presso la corte dei Sanseverino di Bisignano per essere poi diffuso e trasformato grazie alle abilità degli artigiani locali che lo resero un manufatto di elevata qualità, musicale ed estetica, tanto da divenire una delle principali fonti dell’economia locale. Nel quartiere della Giudecca abitavano molti liutai la cui creatività e professionalità li portò a creare nuovi strumenti di stampo popolare come la chitarra battente: tra le più importanti e longeve famiglie, a spiccare è quella dei De Bonis, il cui operato lasciò un segno indelebile nella storia della liuteria mondiale. Operativi dal XVIII secolo, il Maestro Vincenzo prima e, successivamente Vincenzo II, il fratello Nicola III e Costantino, facendo tesoro delle loro competenze tecniche, artistiche e musicali, costruirono chitarre ora classiche ora barocche e battenti ma anche mandolini e violini la cui eccellenza li portò a ricevere innumerevoli premi e riconoscimenti internazionali. Le firme autografe e il timbro, depositati, che i maestri De Bonis hanno impresso dell’interno di ogni loro strumento, sono riprodotti dai libri specializzati per intenditori di musica. Nel dizionario universale della liuteria, edizione Les Amis de la Musique, pubblicato a Bruxelles nel 1951, vediamo citati tutti i membri della dinastia De Bonis, con le date, la storia, le caratteristiche di ogni strumento, da loro creato fin dal 1720. A tenere alto il nome di questa dinastia di artisti-artigiani è Rosalba De Bonis che, apprendendo l’arte della liuteria prima nella bottega dello zio e poi frequentando la Scuola Internazionale di Liuteria “A. Stradivari” di Cremona, si è specializzata nella realizzazione di chitarre battenti. Importante al fine di tenere vivo un antico mestiere anche il contributo della Scuola Regionale di Liuteria di Bisignano, orgoglio e riscatto per la Calabria in quanto la sua riapertura mira a trasformare questo indirizzo in una sorta di accademia di alta formazione per gli studenti provenienti da ogni angolo del mondo.