Gli intellettuali e artisti del nostro tempo: il palermitano Pippo Bonanno

Pippo Bonanno ha ereditato, forse da un suo avo materno,  il gusto magico del colore. Ha saputo, che il suo eccentrico avo amava anche strimpellare la chitarra e, nel tempo libero, appiccicava carte colorate per farne improbabili collage.

Sarebbe, dunque, molto più agevole cercare le radici della formazione culturale artistica di Pippo Bonanno – nato a Palermo nel 1925 – nel cuore stesso della sua città, che vive il disagio di una stagnazione che pesantemente caratterizza la cultura palermitana tra le due guerre. Pippo Bonanno, tuttavia, si sottrae, per una serie di circostanze che lo allontanano dalla scuola, alla dominante retorica della pedagogia dell’affermazione, rifugiandosi nelle pubbliche biblioteche per liberamente formarsi, senza ordine e metodo, ma solo stimolato dalle sue mille curiosità.
Periodo di formazione, ma sono ancora lontani i tempi della pittura. Si diletta a disegnare, ma legge molti libri, si impegna in esercizi di scrittura e disegna vignette per il settimanale satirico Il becco giallo. Lavora nel 1945 al quotidiano della sera Corriere Espresso. Inizia nel 1947 a Moncalvo Monferrato la sua carriera di insegnante.

Scrive e disegna per la rivista letteraria La Rotonda. Nel corso delle frequenti puntate a Torino, si lascia incantare dal tonalismo di Casorati e dal cromatismo, tutto veneziano di Spazzapan, ma rimane folgorato, si fa per dire, dalla bellezza di alcune opere di Picasso esposte in una galleria torinese.
Comincia, però, a dedicarsi alla pittura solo agli inizi degli anni cinquanta, in Sicilia, nelle terre delle miniere di zolfo, arse dal sole e dalla sete.
Trovava tempo, così, per studiare e per dipingere, ma soprattutto per conoscere ed apprezzare le belle intelligenze, le qualità e la cultura del profondo sud. A Palermo nel 1958 presenta la prima personale alla galleria Flaccovio.

Espone nel 1960, presentato da Vittorio Fagone, a Milano. Nel 1965 partecipa a Garda ad un seminario residenziale con Gillo Dorfles. Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private in
Italia e all’estero. Il suo impegno con la pittura, tuttavia, non gli nega tempo e spazio per collaborare, con vari scritti, a quotidiani e riviste specializzate. Ha recentemente riscoperto il gusto della scrittura e ha pubblicato libri di narrativa.

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