Il cimitero laico di Roma all’Ostiense patrimonio di una storia e cultura

Uno dei luoghi più suggestivi della Capitale, un percorso di cultura unico nel suo genere, da vivere a contatto con storie di personaggi che hanno lasciato il segno in qualche modo nella romanità e non solo, seppur classificati dal cattolicesimo come non degni di una sepoltura convenzionale. Ma si sa, laddove religione e fede incrociano l’arte, la cultura, la scienza, credenze non convenzionali, spesso nascono controversie inenarrabili, che comunque sono parte integrante della nostra straordinaria storia e vanno comprese, studiate, analizzate. Laddove l’Italia è stata culla di culture differenti e laddove è stata terra che ha accolto genti di diversa estrazione e fede, Roma, Caput Mundi diventa la testimonianza straordinaria di chi nella nostra Italia da Vivere ci ha vissuto e ha lasciato una parte di sè.
In zona Testaccio, il cimitero acattolico è uno dei luoghi di sepoltura tutt’ora in uso più antichi in Europa. Il suo utilizzo risale al 1716 circa quando, secondo la documentazione citata nel sito, Papa Clemente XI vi concesse la sepoltura dei membri della Corte Stuart, protestanti, in esilio dall’Inghilterra. Secondo le normative ecclesiastiche della Chiesa Cattolica, infatti, ai Protestanti era preclusa la sepoltura in chiese cattoliche o in terre consacrate.
La lapide più antica che si trova nel cimitero è quella del 1738 di uno studente di Oxford caduto da cavallo. Ma in totale ci sono circa 4000 persone sepolte, per lo più inglesi e tedeschi, ma anche italiani, americani, scandinavi, russi e greci. La maggior parte delle tombe sono di protestanti e di ortodossi orientali, alcune appartengono a credenti di altre religioni quali l’Islam, lo Zoroastrismo, il Buddismo e il Confucianesimo. Il primo nordamericano che vi fu sepolto, nel 1803, fu la diciottenne Ruth McEvers e, nello stesso anno, anche il Barone Friedrich Wilhelm von Humboldt, ministro della Prussia e residente a Roma, vi seppellì suo figlio Wilhelm di 9 anni.
Tra gli italiani che riposano in questo luogo ci sono Antonio Gramsci, il poeta della beat generation Gregory Corso, il fisico Bruno Pontecorvo, lo scrittore Carlo Emilio Gadda. Secondo le regole del cimitero, ancora oggi vi possono essere seppelliti cittadini stranieri preferibilmente di area anglosassone che non siano di religione cattolica e se al momento del decesso erano residenti in Italia e, in via eccezionale, anche personaggi illustri italiani purchè in vita abbiano comunque testimoniato la propria laicità.

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