L’Isola dei Conigli si trova sulla costa sud-ovest di Lampedusa. Famosa da sempre – per il semplice fatto che una volta tornato non puoi fare a meno di raccontarla vantandoti di esserci stato – è stata eletta dagli utenti di TripAdvisor la spiaggia più bella al mondo nel 2013, d’Europa e d’Italia nel 2014 e 2015. Giusto per citare alcuni dei numerosi riconoscimenti ricevuti. Una baia incontaminata, fiore all’occhiello della Riserva Naturale Orientata “Isola di Lampedusa” e dal 1995 gestita da Legambiente.
A proposito dell’isolotto. Si tratta di un lembo di terra di 4,4 ettari sul quale da decenni l’uomo non mette più piede. È infatti regno inconstrastato del gabbiano reale: proprio qui nidifica e fa base la colonia autoctona di circa cento coppie. Soltanto sullo scoglio, oltreché nelle zone africane dalla quale proviene, vive inoltre una particolare specie di lucertola, la psammodromus algirus.
Tutta la baia dell’Isola dei Conigli svolge un ruolo fondamentale da un punto di vista narutalistico. È infatti un’importante stazione di sosta per uccelli migratori che vi fanno tappa in aprile e settembre ed è uno dei pochi siti accertati di ovodeposizione della tartaruga marina Caretta caretta rimasti in Italia. Un altro è la spiaggia della Pozzolana di Ponente, a Linosa.
Come arrivare alla Spiaggia dell’Isola dei Conigli
L’accesso alla Spiaggia dei Conigli, a partire dal 15 luglio 2021, è contingentato. Possono quindi accedervi solo un numero limitato di persone al giorno in due fasce orarie: dalle 8:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 19:30.
È possibile prenotare l’accesso alla Spiaggia dei Conigli dal sito web messo a disposizione dall’Ente gestore, raggiungibile cliccando qui. È inoltre prevista una lista d’attesa per garantire l’accesso anche a chi non è provvisto di prenotazione.
Abbiamo fatto il punto della situazione qui.
Raggiungere l’Isola dei Conigli dal centro abitato è molto semplice, anche con i mezzi pubblici.
Per arrivare sulla spiaggia, e quindi immergersi nello straordinario mare che la bagna, bisognerà invece percorrere a piedi – per circa 20 minuti – un sentiero, perlopiù agevole, di terra battuta e pietre sapientemente incastrate sul terreno.
Arrivati alla prima tappa, più o meno a metà strada, lo spettacolo è già di quelli che non dimentichi più: da una terrazza naturale possiamo infatti ammirare (sulla sinistra) i colori unici del mare della Tabaccara, ci troviamo poi di fronte all’isolotto che dà il nome alla zona e – girandoci ancora un po’ sulla destra – appena sopra la baia.
Proseguendo il percorso, in pochi minuti saremo sulla sabbia bianca e finissima dell’Isola dei Conigli. Poco prima, sulla destra, incontriamo quella che fu la casa di Domenico Modugno, innamorato dell’isola al punto di trascorrervi i suoi ultimi momenti di vita. Fu proprio lui che coniò il termine Piscina di Dio, riferendosi al mare incontaminato che troviamo pochi metri più avanti. Una villa dalla posizione sicuramente invidiabile, che il cantautore fece costruire su quel che restava di un ristorante allestito con mezzi di fortuna.
Perché si chiama Isola dei Conigli?
L’origine del nome è ancora oggi oggetto di discussione.
Con buone probabilità si tratta del frutto di un qui pro quo linguistico: si legge per la prima volta della baia in una carta datata 1824 dell’ammiraglio Smith, che la denomina “Rabit Island”. Pare che nelle cartografie successive questo toponimo sia stato riportato in maniera impropria e quindi tradotto dall’inglese (rabbit = coniglio) anziché dall’arabo (rabit = collegamento / che lega, collega), lingua alla quale Smith si era plausibilmente affidato per riferirsi all’istmo sabbioso di circa 30 metri che si forma raramente, con la bassa marea, tra l’isolotto e la costa, collegandole effettivamente l’uno all’altra. L’ultimo evento del genere che si ricordi è datato 2008, ma attualmente in quel tratto della baia l’acqua è profonda comunque pochi centimetri e regala momenti da mozzare il fiato.
C’è chi dice anche che il nome derivi dal fatto che, diverso tempo fa, l’isolotto fosse abitato da una folta colonia di conigli, arrivati e rimasti lì proprio a causa di una estemporanea comparsa dell’istmo.