La ceramica siciliana e un viaggio affascinante nell’antichità

La tradizione della Ceramica Siciliana affonda radici nel lontano passato. Compare per la prima volta nel periodo Neolitico (ultimo dei tre periodi dell’Età della pietra) Quando si passò da un economia di caccia e raccolta all’economia a quella legata all’agricoltura e all’allevamento (produzione del cibo). Questa periodo storico è compreso fra il 10.000 ed il 5.000 avanti cristo.
Prima di parlare della ceramica siciliana dobbiamo risalire alle origini più remote della scoperta della ceramica sul nostro pianeta. I ritrovamenti più antichi di ceramiche sono avvenuti in Oriente: Giappone, Medio Oriente fino all’odierna Turchia. Si pensa che la scoperta della ceramica avvenne grazie all’osservazione dell’indurimento della terra battuta in seguito all’azione del fuoco.
La scoperta della ceramica consentì di adoperare i nuovi manufatti per la pavimentazione delle abitazioni, per la conservazione dei cibi e per la realizzazione di oggettistica. La cultura della ceramica dal vicino oriente si diffuse anche in Italia nel VI millennio a.C. con forte espansione nell’Italia Meridionale ed in Sicilia e poi proseguì verso il Sud della Spagna e nel Portogallo, dove ancor oggi è nota la produzione di Azuleio (piastrelle in ceramica smaltata).
La posizione geografica della Sicilia ha sempre favorito le dominazioni ed è stata oggetto di conquista delle più importanti civiltà. Sull’isola sono approdati Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Spagnoli e Francesi. Ma nonostante le diverse dominazioni la Sicilia ha sempre espresso una suo carattere specifico nella produzione delle ceramiche, grazie alla presenza della Terra (argilla), l’Acqua ed il Fuoco (boschi per la legna da ardere) che sono gli ingredienti principali per la produzione delle ceramiche. Un oggetto di ceramica, infatti si realizza modellando un impasto di argilla e acqua e cotto per mezzo del fuoco.
La venuta degli Arabi in Sicilia diede un forte impulso all’arte della ceramica grazie all’introduzione dell’invetriatura, tecnica proveniente dall’Oriente. L’invetriatura piombifera del vasellame era una tecnica che proveniva dalla Persia, Siria ed Egitto e consisteva in una miscela di sostanze cosparsa sul corpo ceramico, che si vetrifica poi in cottura. L’elemento fondamentale è il silicio che, fondendosi ad alta temperatura con altre sostanze, da il colore alla ceramica. Non solo, oltre al colore, l’invetriatura permetteva di impermeabilizzare i recipienti.
I maggiori centri di produzione in Sicilia oggi si annoverano la ceramica siciliana Santo Stefano di Camastra (ME), Caltagirone (CT) e Sciacca (AG) dove la tradizione della ceramica è racchiusa nell’esperienza tramandata dagli artigiani che operano in questi centri. Fra i vari centri non c’è molta differenza di qualità, sono maioliche realizzate più o meno con lo stesso procedimento, e rispetto alle maioliche del centro Italia si ispirano a un modello ispano arabo.

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