Lo sapevate che dietro un massaggio, dietro un movimento delle mani che regala calore e sollievo al corpo di un’altra persona, esistono arte e tecniche specifiche? E soprattutto in Italia, paese dove la cultura e la conoscenza emergono a tanti livelli, esistono specifiche accademie dove studiare, ricercare, comprendere, conoscere, la cultura del massaggio. Il massaggiatore attraverso le mani dona sollievo ed energia, può trasmettere calma o agitazione, calore o freddezza. La mano con le 5 dita aperte sta ad indicare la potenzialità di espressione della coscienza umana, che si traducono nelle opere concrete fatte con le mani. La mano può esprimere un silenzio semantico come gli amanti che camminano prendendosi per mano, o il conforto di una mano amica sulla spalla o le mani alzate in segno di resa. Spesso quando parliamo gesticoliamo per enfatizzare un discorso, le usano i sordo muti per comunicare. I gesti vengono utilizzati sempre come segnali nello sport, dalle forze dell’ordine piuttosto che in campo militare. Con le mani superiamo le barriere razziali, salutiamo, manifestiamo pace. In alcune culture come quelle indù e buddiste, si utilizzano i mudra che rievocano riti. Quindi tutto quello che è stato citato sopra, fa comprendere quanto le mani abbiamo un grande significato e soprattutto per chi pratica l’arte del massaggio, professionisti che hanno conseguito un corso di massaggio, comprende che le mani rappresentano lo strumento per eccellenza del tatto. Già nel feto di 2 mesi il tatto è sviluppato, ancor prima dell’udito e vista e già sentiamo nel ventre materno. Gli abbracci, le carezze e l’allattamento influenzano l’equilibrio psichico e fisico, l’autostima, l’apprendimento dell’individuo. La pelle è molto innervata e questa ricettività nervosa ci serve a delimitare i confini del nostro Io, ma in particolar modo serve per proiettare la nostra sensibilità al mondo esterno per limitarne la distanza. Il tatto coinvolge sempre la costante del nostro corpo. Il toccare ci da la prova dell’esistenza di qualcosa o qualcuno, guardare non basta. Il contatto con l’oggetto ci da la possibilità di avere informazioni su di esso e lo stesso vale per il massaggiatore. Massaggiando l’altro entriamo nella sua vita, percepiamo se è caldo o freddo, rigido contratto o rilassato, se la parte sinistra e la parte destra hanno la stessa mobilità oppure no. Un corpo che tocca o che viene toccato, esprime un bisogno di intimità e fusione molto profondo, rispetto ad un corpo che vede o che è visto… Proprio per questa ragione il contatto fisico con le figure genitoriali è fondamentale, in quanto la sua mancanza può portare in età adulta a stati d’ansia e atteggiamenti evitanti nell’intimità. Il contatto riduce la distanza tra noi e l’altro, tra noi e il mondo. Nel contatto ci si sente protetti, rassicurati, come quando siamo nella pancia della mamma, che si rimane fluttuanti e nello stato fusionale e primario del sentire. Ed è proprio per questo motivo che la pratica del massaggio, va ben oltre all’estetica fine a se stessa. Il fare o ricevere un massaggio può essere l’arrivo ad un benessere più intimo, che ci riporta a quell’esperienza originaria di ritorno a casa, nel ventre materno.