Pochi sanno, e vale la pena raccontarlo, che il nostro Piemonte possiede un patrimonio boschivo straordinario, dal quale, con un progetto di solida valorizzazione delle nostre risorse, esiste una filiera del legno unica in Europa, seconda solo alle grandi nazioni del Nord, che apre uno scenario di imprese e di attività di trasformazione del legno davvero di valore assoluto All’interno del sistema foresta-legno tradizionalmente si individua una fase di raccolta effettuata dalle ditte di utilizzazione boschiva, una prima trasformazione che comprende le segherie (produzioni di travi e tavole), le imprese del comparto dei pannelli a base di legno e l’industria della carta ed infine una seconda lavorazione sostanzialmente formata dall’industria del mobile, da falegnamerie artigianali ed industriali e dalle altre produzioni in legno.

I comparti industriali legati alle lavorazioni del legno sono numerosi e molto differenziati, per tecniche utilizzate e per mercati di sbocco, e restano legati fra loro tramite intensi scambi intersettoriali che non coinvolgono tuttavia tutte le fasi della filiera, che anzi denuncia un certo scollamento fra il reperimento della risorsa e la sua trasformazione. La categoria “utilizzazioni boschive” comprende tutti gli interventi selvicolturali finalizzati principalmente alla raccolta dei prodotti legnosi, che possono essere realizzati da imprese forestali o “boschive”. Secondariamente alcuni Enti Pubblici, sui boschi di loro proprietà, realizzano interventi selvicolturali con propri operai organizzati in squadre, come nel caso degli operai forestali della Regione Piemonte.Le modalità con cui vengono eseguiti gli interventi selvicolturali sono ancora legate alla tradizione e basate principalmente sull’abbattimento con motosega e sull’esbosco con trattore o con impianti a fune che hanno una certa diffusione in montagna. Recentemente sono state introdotte innovazioni tecnologiche ed organizzative nelle utilizzazioni forestali ed iniziano così a essere utilizzati i trattori portanti e, limitatamente alla pioppicoltura, l’impiego di macchine abbattitrici-depezzatrici. Gran parte delle ditte boschive è rappresentato da microimprese individuali o a carattere familiare, dall’imprenditore coadiuvato da uno o due operai stabili, cui si unisce talvolta il supporto di addetti stagionali.

In Piemonte ci sono circa 460 imprese, che operano primariamente nel settore della produzione di tondame da lavoro e di legna da ardere. Circa il 96% di esse è classificabile tra le microimprese (80% di microimprese a carattere familiare e 16% di microimpresa strutturata). Le ditte boschive associano alla raccolta e commercializzazione di legname tondo altre attività quali ad esempio la manutenzione delle aree verdi e della viabilità pubblica (sgombero neve), ingegneria naturalistica o lavori agricoli. Ciò evidenzia la flessibilità e l’importanza funzionale di queste imprese nei contesti locali, per la manutenzione del territorio e lo sviluppo rurale. La maggior parte delle imprese opera principalmente nel settore della produzione della carpenteria in legno e nella produzione di imballaggi in legno.