Uno dei mestieri più antichi da riscoprire, da valorizzare, da raccontare alle nuove generazioni. C’era una volta il maniscalco, quello che conosciamo attraverso i film del vecchio West: ebbene anche la nostra Italia da Vivere ha la sua tradizione equina, in particolare legata a quei “lavori antichi” direttamente collegati con gli allevamenti dei cavalli, quelli della Toscana e del Centro Italia, sia da corsa, sia da utilizzare nelle attività agricole e nei poderi.
In passato l’arte della mascalcia, ossia del pareggio e della ferratura degli equini, la si tramandava di padre in figlio, ma ormai da diversi anni esistono, per esempio a Taranto in Puglia, delle vere e proprie scuole dove vengono formati i futuri maniscalchi che collaborano strettamente non solo con gli allevatori ma anche con i veterinari.
Il lavoro del maniscalco è un’arte, e in questo caso devi possedere una doppia conoscenza: da una parte ci sono le basi fondamentali della lavorazione del ferro, perchè il maniscalco è in fondo anche un fabbro. Poi bisogna amare e apprezzare il mondo di cavalli, rispettare le loro esigenze e conoscere le loro reazioni e le loro necessità.
Il pareggio consiste nel rendere uniforme la parte dello zoccolo che batte sul terreno e che generalmente si consuma in maniera irregolare.
Una volta terminato il pareggio si passa alla ferratura che consiste nell’adattare allo zoccolo il ferro, lavorandolo a caldo o a freddo con la mazza e con l’incudine, fino ad ottenere una perfetta corrispondenza.