Lasagne, tagliatelle, tortellini… purché “alla bolognese”, sinonimo di gustoso primo piatto italiano nei menù di mezzo mondo.
Già, perché nel capoluogo emiliano la pasta, quella fatta in casa, rigorosamente a mano, non solo è una tradizione, ma un vero e proprio culto.
Che le sfogline bolognesi, eredi delle “zdore”(le massaie di origine contadina), mantengono vivo anche nel terzo millennio.
I loro gesti precisi, sapienti e delicati, si possono ammirare dalle vetrine dei laboratori di pasta fresca, dove con pochi tocchi nasce un tortellino ripieno o una lunga tagliatella pronta ad essere gustata insieme al classico ragù che, come si dice da queste parti, “è la morte sua”.
A Bologna, “la grassa”, ci si innamora dei sapori e dei profumi prima ancora che della inconfutabile bellezza della città, di cui il mangiar bene è parte integrante, dalle botteghe storiche ai ristoranti di tradizione, dai corsi di gastronomia alle manifestazioni che ne celebrano le eccellenze, come la famosa mortadella, cui è capitale mondiale. In pieno centro, a pochi passi da piazza Maggiore, il Mercato di Mezzo, aperto sette giorni su sette fino a mezzanotte, è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura del cibo bolognese. Crocevia di incontri fin dal Medioevo, primo mercato coperto della città dopo l’unità d’Italia, è oggi uno spazio dove si possono comprare o consumare sul posto le più golose specialità gastronomiche locali.
In via Clavature, nell’area del mercato, non perdete la bottega della famiglia Melega, dagli anni ’50 regno di mostarde, conserve e salse, insieme a frutta, verdura, salumi e formaggi. A un solo isolato, in via Caprarie, nel palazzo di famiglia costruito ai primi del Novecento, c’è il panificio Atti, una vera istituzione da cui sono passati clienti illustri come Giosuè Carducci e Giorgio Morandi.