L’origine degli struffoli, oggi celebre dolce natalizio napoletano, è antichissima. Era ed è costituito da palline sferiche di pasta fritta cosparsa di miele. All’origine costituiva l’offerta annuale alla divinità primaverile, Flora-Aprilia, rappresentando i fiori della mimosa, il polline dei primi fiori e la loro quintessenza: il miele. Per sincretismo religioso, il folclore ne ha fatto un dolce natalizio da gustare in comunione familiale. Forse una traccia della trasposizione sincretica di questa celebrazione dall’equinozio primaverile al solstizio invernale, la troviamo quando il corpicino del Bambino Gesù viene definito “roccia che dà miele”. Fatto sta che gli struffoli son diventati un dolce tipicamente natalizio. Per arrivare all’origine degli struffoli, bisogna risalire a ritroso nel tempo fino ad arrivare alla fondazione di “Palaepolis”, meglio conosciuta come Partenope, dal mito della sirena Partenope (la vergine). Ma chi ha inventato gli struffoli? Gli struffoli sarebbero nati per mano dei fondatori dell’antica Paleopoli, i quali, con un impasto di acqua e farina ridotto in piccoli pezzi, frissero in olio bollente e cosparsero di miele. Infatti è dal greco che deriva il nome “struffolo”, precisamente dalla parola greca “strongulos’’, cioè arrotondato, volendo ricordare il seme di grano o di orzo, simboli di ciclicità strettamente legato a Demetra e al pitagorismo. I fondatori di Neapolis (Napoli) erano soliti offrire alla loro divinità Partenope (la Grande Madre Vergine) un vassoio colmo di struffoli (strongulos), cosparsi di biondo miele, volendo ricordare la metamofosi del chicco da poco seminato. Più tardi i romani continuarono il rito offertorio alla dea Diana Tifatina. È curioso che ancora oggi, presso le famiglie tradizionali campane, gli struffoli si lasciano sulla tavola apparecchiata nella notte di Natale. Qui i “semi di pasta’’ addolciti dal miele sono il cibo dei vivi e dei morti di ogni famiglia.