Nord e sud accomunati dalle medesime tradizioni sulle tavole imbandite per le feste natalizie. E in particolare la Campania e il Veneto, ad esempio, si ritrovano legate da un filo sottile. L’amore, la passione, la riscoperta di determinate ricette che non possono, non devono essere dimenticate.
Lo sapevate che nel cuore dei quartieri partenopei, così come nella provincia di Avellino, da una parte, e nella zona del Garda al confine con il veronese, nella zona appunto tra Brescia e Verona, trionfa il pesce di lago.
Eh sì, avete capito bene, parliamo del capitone e dell’anguilla. Nella cultura napoletana e campana il trionfo di un pesce dal gusto intenso, di terra, è arrostito.
Dopo averlo pulito, in particolare il capitone viene cucinato sulla brace e poi lasciato a macerare con l’aceto. Ottimo anche in stile livornese, ovvero con pomodorini, capperi, acciughe e olive.
Celebre e divertente, in un vecchio film del compianto e amato Luciano De Crescenzo, era la storia del capitone che scappava dal tagliere mentre la cuoca tentava di tagliarlo a pezzi.
Nei mercatini di Napoli troviamo quelli di allevamento, altrettanto buoni. Vengono venduti vivi. Pesce bianco, ma grasso, rievoca i natali in famiglia, le tradizioni che il tempo non può scalfire.