Acilia, Casal Bernocchi, Infernetto, Dragona. Sono solo alcuni dei nomi delle periferie a sud ovest di Roma che separano la Capitale dal Lido di Ostia. Nomi apparentemente bizzarri e privi di significato. Ma non è così. Avete mai sentito parlare della Gens Acilia? Ebbene, fu proprio l’antica famiglia romana, aristocratica ma di origine plebea e proprietaria di un terreno agricolo a ridosso della via Ostiense, a dare il nome alla borgata che pare sia stata abitata fin dall’età preistorica. Altra piccola curiosità: il nome Acilia pare derivi dall’ aggettivo latino acer che si può tradurre in italiano con acuto, sveglio, vivace.

Ancora prima di Acilia, lungo la via Ostiense in direzione Ostia si incontra Casal Bernocchi. Frazione di Roma che sorge negli anni 60 sui lotti agricoli di proprietà della contessa Bernocchi. Quindi è facile intuire il perché si chiami così. Meno scontata, invece, la scelta dei nomi di Dragona e Dragoncello. Tutta colpa (o merito) di Papa Gregorio IV (827-844). Fu infatti il pontefice a dare al territorio il nome di Colonia Draconis. Pare infatti che la zona fosse popolata da diversi esemplari del cosidetto serpente regina: la dracona, sacro alla dea Giunone Regina. E pare addirittura che Gregorio IV, per contrastare tale forma di paganesimo, diffuse il culto di san Giorgio il quale sconfisse il drago cui era stata offerta in sacrificio la figlia del re di Libia. Un culto testimoniato ancora oggi dalla vicina chiesa di san Giorgio.
Sul lato orientale di via Cristoforo Colombo si estende invece l’Infernetto. Il nome attuale, così insolito, deriva dall’uso che veniva fatto in passato nella zona di grosse carbonaie. Producendo lentamente carbone, emettevano grandi fuochi che, visti da lontano, davano appunto l’idea dell’inferno. Altra frazione di Roma sul lato nord della via Ostiense è Centro Giano. Nato nel 1968, è chiamato così perché pare sia stato rinvenuto in un casolare un tempio dedicato alla divinità romana di Giano. Incerta è invece l’origine del nome di Casal Palocco. Probabilmente si può far risalire al proprietario della tenuta di Fusano, un tale Lorenzo Palocchi. Un’ altra ipotesi è quella che la attribuisce a un casale rustico denominato “Paludus Locus” (da cui l’assonanza con Palocco), in una piantina del 1557. Insomma, periferia sì, ma nulla da invidiare al centro in quanto a ricchezza di storia e cultura.