Gli arabi macinavano i ceci per ricavarne una farina da mescolare all’acqua. L’impasto così ottenuto si cuoceva fino a che non diventava una sorta di polenta e poi si lasciava raffreddare in contenitori cilindrici, per dargli una forma pratica da usare in cucina. Dopodiché, i panellari di Palermo affinarono la ricetta aggiungendovi semplicemente sale e pepe e la cosa più gustosa: la frittura. Le fettine ricavate dal cilindro di farina di ceci mescolata e cotta con l’acqua venivano e vengono ancora oggi fritte nell’olio di semi e servite in un comodo panino da mangiare anche per strada. Pane e panelle è, infatti, diventato lo street food siciliano più tipico che ci sia. I panellari si appostavano in punti strategici agli angoli di licei, uffici e strade affollate. Il resto lo facevano gli affamati. Tutti, o quasi, amano pane e panelle; da Pirandello a Sciascia, anche i grandi maestri della letteratura italiana si sono pappati questa specialità per le strade di Palermo.
Ingredienti
- 500 g farina di ceci
- 1,5 l acqua
- q.b. sale e pepe
- q.b. olio di semi di arachidi per friggere
- 1 mafalda
- 1 limone
Istruzioni
- In una ciotola capiente, aggiungere la farina setacciata
- Aggiungere l’acqua a temperatura ambiente e mescolare con una frusta
- Aggiungere mezzo cucchiaino di sale scarso e una macinata di pepe fresco
- Versare il composto in una pentola e iniziare a cuocere come fosse una polenta: a fiamma media, mescolando continuamente con la cucchiarella in legno
- Quando il composto si staccherà dalle pareti, spegnere il fuoco e trasferirlo in un contenitore rettangolare per lasciarlo riposare
- Una volta che avrà preso la forma del contenitore, si potranno semplicemente tagliare delle fettine regolari per poi friggerle in una padellina con l’olio di semi già caldo
- Una volta fritta la farina di ceci, non resterà che metterla nella rosetta privata in parte della mollica. Si può aggiungere qualche goccia di limone per condire.