Un vino fresco, giovane ed asciutto che è ideale per accompagnare pesce oppure primi estivi. Storia e origini di questo bianco profumato e intenso.
Il Pecorino Falerio è una DOC marchigiana. Il vitigno Pecorino, anche se diffuso anche nelle regioni vicine Abruzzo e, in misura minore, in Umbria e Lazio, è considerato tipico delle Marche.
La tradizione fa risalire l’origine di questa bacca bianca, medio-piccola e destinata esclusivamente alla vinificazione più precisamente all’area dei Monti Sibillini. La sua coltivazione ha origini antiche (è documentata con certezza a partire dal tredicesimo secolo) ed è registrata ufficialmente dal 1970. Il vino che si ottiene dalla lavorazione di queste uve, il Pecorino Falerio, è un bianco:
• fresco e giovane (va bevuto entro il primo anno)
• fruttato e floreale
• asciutto e sapido al palato.
In questo articolo ti guidiamo alla scoperta delle caratteristiche uniche di gusto e profumo del Pecorino Falerio, ti sveliamo le sue origini e ti raccontiamo la sua storia. Senza dimenticare di consigliarti gli abbinamenti migliori con pesce e primi piatti estivi. Ma non solo.
Fiori, frutti, spezie e salvia nel Pecorino Falerio: colore e aroma irripetibili
Giallo paglierino brillante: ti basta solo guardare il Pecorino Falerio per accorgerti che è un vino inimitabile. Nel colore ma anche nell’aroma: profuma di fiori, frutti e spezie. Ottenuto da uve 100% Pecorino (caratterizzate da una maturazione precoce), nelle sue note olfattive racchiude i profumi floreali intensi di ginestra, quelli fruttati decisi delle prugne bianche (da qui le sfumature di colore), delle nespole succose e del pompelmo rosa. Ma anche scie speziate ed un finale verde a sorpresa: la salvia.
Il Pecorino Falerio è un vino di spessore, “composto” eppure perfettamente equilibrato (con i suoi 13 gradi), armonico ma con un buon tenore di acidità. Insomma, con mille sfaccettature che lo rendono sempre tanto versatile quanto amabile al palato. Lo dimostrano anche gli ultimi dati disponibili sulle vendite: +55% nell’ultimo triennio secondo il Consorzio vini piceni, +10,5% solo nel 2017 secondo Nomisma-Wine Monitor.
Origini e produzione del Pecorino Falerio: una storia millenaria che risale ai Romani
Poco è stato possibile ricostruire sulle origini di questa produzione se non, come abbiamo detto, a partire dal 1200. Portano questa data, infatti, i documenti scritti conservati negli archivi del Comune di Fermo nei quali si fa cenno ad un “vino cotto di Faleria” (oggi ancora prodotto, sebbene in piccola misura).
Partiamo dalla temperatura: va servito a 8-10 gradi. Qualunque sia l’abbinamento, il Pecorino Falerio va bevuto freddo. Meglio portarlo al bicchiere un po’ più freddo della normale temperatura di cantina. In questo modo, degustandolo con lentezza, anche gli ultimi sorsi non saranno troppo caldi e terranno bene tutti i profumi.
Un vino che ha tutte le caratteristiche del perfetto accompagnamento per l’aperitivo: se questo è a base di olive all’ascolana o prodotti marchigiani è il trionfo dei migliori sapori!
A tavola, il Pecorino Falerio è ottimo con i primi o i secondi piatti a base di pesce. Senza distinzioni: perfetto se bevuto con le ricette più semplici e comuni della tradizione marinara, come zuppe e fritture, non teme l’accostamento a primi strutturati e a secondi speziati. Eccellente con i crudi (molluschi e crostacei). Si fa apprezzare a tutto tondo anche con i contorni (ortaggio dolci e sformati di verdure). Ma questo non vuol dire che il Pecorino Falerio sia un vino solo per la tavola estiva: si beve molto bene anche con le carni bianche e con i formaggi teneri (meglio se semigrassi). E sorprende davvero se servito con l’arrosto di coniglio.