Molti sono i piatti che si possono preparare utilizzando il pesce pescato nel Lago di Garda. Si tratta di un ingrediente fondamentale della cucina gardesana, utilizzato sotto forma di ragù sia nella preparazione dei primi piatti, sia da servire come antipasto o come secondo. Una volta su ogni tavola che si rispettasse non mancavano mai le alborelle (dette anche agole o aole), piccoli pesciolini che foraggiavano l’intera catena alimentare ittica del Garda, che si pescavano in abbondanza: ancora si favoleggia di nottate fortunate in cui i pescatori dell’Alto Garda Veneto riuscivano a prendere in due anche 18 quintali di alborelle! Oggi sono quasi del tutto scomparse e per vedere come sono fatte bisogna andare per esempio al Museo del Lago di Cassone, frazione di Malcesine, che al suo interno conserva due acquari con diversi esemplari di questi pesci che scelgono come “letto di frega”, ovvero ambiente naturale in cui riprodursi che i pescatori chiamano anche “letto nuziale”, il fondale in prossimità della riva, una volta incontaminato ma oggi giorno frequentatissimo e dunque non più adatto alla riproduzione. Anche il famoso carpione ormai non si trova quasi più: immesso nel Garda a scopo scientifico è entrato subito in competizione con il lavarello, o coregone, che è un salmonide; inoltre il carpione si ciba di plancton, un tempo molto diffuso di oggi soprattutto nel Basso lago, e sceglie per riprodursi pietraie a 100-150 metri di profondità dove l’acqua è gelida. Attualmente si pescano soprattutto tinca, trota e lavarello. In particolare quest’ultimo è il pesce che va per la maggiore, e consigliamo di gustarlo nella sua versione più semplice, grigliata con un filo di olio extravergine di oliva Garda DOP. Anche il luccio e le sarde conservano un ruolo di primo piano nella tradizione culinaria di questa terra.