Il pomodoro fresco che sfrigola in padella, con lo spicchio d’aglio appena appena dorato: lo spaghetto dei migliori pastifici campani, giallo oro, che viene mantecato con i formaggi della grande tradizione di casa nostra, magari quelli avanzati, anche con le loro scorrette buone per ogni piatto goloso, che incontrano il pomodorini con la sua pelle e il suo succo fino a formare una crema incredibile. La sapidità, la dolcezza, la leggerissima nota acidula di un piatto italianissimo, figlio legittimo della scuola partenopea.
Pochissimi ingredienti, una storia culinaria della nostra Italia da Vivere tutta da scoprire.
Parliamo dello scarpariello, il condimento straordinario per quei primi piatti che non passeranno mai di moda. Perchè la cucina in fondo non è moda, è certezza, è emozione, è ricerca assoluta di qualità.
Ma perchè si chiama pasta allo scarpariello?
Come si può facilmente intuire dal nome, lo scarpariello è una pietanza curiosamente ricondotta alla professione dello ‘scarparo’, termine con cui a Napoli viene indicata la professione del calzolaio. Ma che cosa ha a che fare la ricetta di una specialità da portare in tavola con la produzione di calzature?
Quella dello scarpariello è una ricetta poco elaborata, nata da una tradizione contadina e dall’abbinamento di ingredienti semplici. Secondo un’antica credenza popolare, il nome di questa specialità è un omaggio alla professione del calzolaio: è proprio agli scarpari che viene infatti attribuita l’invenzione di un piatto tanto saporito.
Secondo il racconto, a Napoli tramandato da madre in figlio, la ricetta fu improvvisata da una famiglia di ciabattini e diffusasi presto in tutti i Quartieri Spagnoli, dove risiedevano un gran numero di botteghe e calzaturifici.
Avendo fretta di produrre e sempre oberati di lavoro, i calzolai venivano spesso costretti a saltare i pasti o a mangiare poco e male. Un giorno la moglie di un ciabattino, anch’essa sempre china su suole e pelli, improvvisò la preparazione di un piatto veloce e semplice da preparare.
Quello dello scarparo era un mestiere povero, che non permetteva grossi lussi e che spesso veniva retribuito con i prodotti della terra. I contadini, in particolare, erano soliti saldare i conti con ciò che producevano ed il formaggio era il prodotto che più abbondava nelle dispense dei calzolai.
Per questo lo scarpariello si diffuse presto tra i professionisti del settore, arrivando per la sua incredibile bontà fino al cospetto della nobiltà partenopea. La nobiltà della semplicità.