La cucina crudista attira sempre più curiosi e appassionati. Non solo per una chiara questione legata a ragioni salutistiche, dal momento che si è convinti che manipolare il meno possibile la materia prima vuol dire lasciare intatte le sue sostanze nutritive, ma soprattutto perchè gli chef moderni, sempre più votati verso la ricerca e lo studio, sono capaci, pur senza superare i famosi 42 gradi, di regalarci piatti carichi di gusto, “caldi”, intensi. E naturalmente sarebbe facile pensare al semplice crudo di mare e alla tartare. Il crudismo vero e proprio deve rispettare criteri rigorosi: ognuno dei prodotti usati per comporre quel piatto non deve essere stato in alcun modo cucinato. Naturalmente questo non accade sempre, è infatti difficile proporre una tartare di buon manzo senza il supporto di un pane croccante e aromatico, ma i clienti in ogni caso apprezzano anche le “contaminazioni”. A dimostrazione che l’Italia sa offrire, in ogni suo angolo, una cucina sempre più particolare, per i palati curiosi che hanno voglia di sperimentare. Una Italia da Vivere che accontenta tutti: chi vuole la tradizione e chi vuole la novità.
Nel cuore di Roma, di recente apertura (settembre 2016), il ristorante “Senzafiamma Raw Food Restaurant” è specializzato nella cucina crudista, che quindi “cuoce” gli alimenti ad una temperatura massima di 42°C, ma che non rientra in quella vegana e vegetariana poiché vengono serviti anche piatti a base di carne e pesce. La vera differenza per quel che riguarda quindi l’offerta culinaria di questo locale è nelle cotture, con la conseguenza di riuscire a mantenere intatti i sapori, gli aromi e le proprietà delle materie prime grazie ai dettami della cucina crudista. Posizionato in un luogo suggestivo, vicino alla basilica di San Pietro in Vaticano, nel pieno centro di Roma, da Seiperdue, nome con cui è nato originariamente il locale, ogni tipologia di cliente può trovare un piatto in linea con le sue esigenze, perché nel menu si tiene conto anche di eventuali intolleranze ed allergie.
La più importante è anche in questo caso non tradire l’italianità verace, anche se si tratta di crudismo. E allora ecco la Ricciola dei mari di casa nostra o olive taggiasche genovesi, o lo zafferano coltivato nelle nostre regioni, o ancora il pistacchio Siciliano. Tutto rigorosamente all’insegna delle eccellenze italiane.

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