La più grande impresa della storia dell’aeronautica rimane e rimarrà per sempre italiana. Ed è quella di Italo Balbo. Così il Times ebbe a battezzare la prima trasvolata collettiva di tutti i tempi, realizzata da aviatori italiani. Fu un’impresa ardita da parte degli oltre 150 aviatori italiani a bordo di idrovolanti di legno, guidati dal generale italiano Italo Balbo, quadrumviro della “Marcia su Roma’’, ex capo dello squadrismo fascista, ora Ministro dell’aeronautica. La sua costituì, senza alcun dubbio, un’impresa ed un primato che diede lustro e prestigio all’Italia di quei tempi. È importante segnalare che, fno al termine del 1930, tale impresa era stata tentata per ben 12 volte da altri, riuscendo 9 volte, ma con un massimo di quattro persone a bordo di un solo aereo e con rotta molto più facile (Atlantico meridionale). Dopo due crociere nel Mediterraneo riuscite, il generale Balbo decise di tentare la prima traversata dell’Atlantico meridionale, con uno stormo di idrovolanti, mai tentato prima. L’impresa intendeva dimostrare l’ingegno, la capacità e l’ardimento della “Nuova Italia”. Due furono le traversate degli “Atlantici’’ al comando di Italo Balbo. La prima fu la Crociera Orbetello Rio de Janeiro a bordo di 14 idrovolanti S55 (17 dicembre 1930-15 gennaio 1931). L’ impresa della prima traversata riuscì, sia pure con qualche incidente, aggiungendo comunque un altro primato ai tanti già conquistati dall’Italia. La traversata, Orbetello-Rio de Janeiro (1931), praticamente costituì per Balbo un lavoro preparatorio per la ben più diffcile ed ardimentosa impresa: una crociera per celebrare il Decennale della Marcia su Roma. Prima di allora la traversata dell’Atlantico settentrionale era stata tentata da altri, ben 78 volte, con voli incerti, con velivoli isolati e soli, riuscendo solo in 28 casi. Balbo compì il percorso due volte, con uno stormo di 24 apparecchi: in perfetta e disciplinata formazione. Una impresa che nessuno potrà dimenticare.