Il suino nero dei Nebrodi è di taglia medio-piccola e ha un mantello nero con setole rigide che formano una specie di criniera lungo la schiena.
I maiali sono allevati allo stato semibrado o allo stato brado nei boschi e nei prati dei monti Nebrodi.
Vengono alimentati con cereali e legumi integrativi e tenuti in piccole capanne dette “zimme” solo quando strettamente necessario o al momento del parto.
Attualmente vengono allevati circa 10.000 suini di questa razza frugale e rustica, di cui 2.000 allevati dai produttori del Presidio. Gli allevamenti sono molto piccoli e gli allevatori lavorano anche la carne.
L’estinzione di questa razza suina rappresenterebbe una grave perdita, in termini di patrimonio genetico ma anche per l’economia e la gastronomia locale. Il suino nero dei Nebrodi produce ottime carni, e il Presidio promuove la ricca e variegata offerta di prodotti della tradizione locale: capocollo, salsicce fresche ed essiccate, un salame chiamato Fellata, pancetta e recentemente anche ottimo prosciutto, che può reggere il confronto con il famoso prosciutti iberici.
Il Suino Nero è presente in Sicilia fin dai tempi più antichi, con testimonianze risalenti al periodo greco e cartaginese. Parecchie razze antiche riconducibili a questo suino sono oggi scomparse, mentre altre si sono modificate col tempo andando a costituire una sola razza con caratteristiche definite.
Durante il Medioevo era diffuso l’allevamento brado di maiali neri che però subisce una contrazione durante la dominazione araba, ma riesce ad arrivare fino ai giorni nostri. Con la graduale scomparsa delle zone boschive l’allevamento dei Neri Siciliani è col tempo ritirato nelle aree più interne dove persistevano ampi boschi, concentrandosi oggi soprattutto nelle zone dei Monti Nebrodi.