Taurasi: quegli straordinari 18 mesi nelle botti di legno che lo rendono unico

È uno dei vini più importanti del sud Italia: il Taurasi è un grande rosso, un’eccellenza della Campania. Robusto e intenso, è prodotto con un vitigno autoctono, l’Aglianico, difficile da coltivare e da vinificare.
Il Taurasi ha origini antichissime, preromaniche. Il vitigno, infatti, era detto “hellenico” o “hellenica”. Successivamente ha preso il nome da Taurasia, un piccolo borgo vinicolo.
È un vino DOCG dal 1993 (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Il Consorzio è nato nel 2003 e tutela i vini di Irpinia.
Il vitigno, come già detto, risale ai greci e il nome deriva da Taurasia, il piccolo borgo vinicolo che i romani fecero loro dopo aver sconfitto gli Irpini, nell’80 d.C. Successivamente trasferirono nella zona alcune migliaia di coloni liguri per lavorare le terre vitate. I vini campani erano apprezzati e famosi già nell’antichità e Virgilio e Plinio il Vecchio descrissero i vitigni antichi della zona. Il primo documento storico in cui si parla di Taurasi è del 1167. Ci sono, poi, diverse citazioni storiche riferite all’Aglianico in generale. Alla fine del XVI secolo Andrea Bacci, medico del Papa Paolo III, scrisse di questo vino prodotto con uve secche, profumato e dall’elevato potere nutritivo.

Barrels in cellar, wine making concept. Copy space

La zona di origine delle uve idonee a produrre il vino “Docg Taurasi” comprende ovviamente il comune di Taurasi e altri 16 comuni della provincia di Avellino. Una terra caratterizzata da terreno vulcanico, dove la vite di Aglianico ha trovato il suo habitat naturale e regala le sue migliori espressioni. L’Irpinia è un territorio attraversato dalla dorsale appeninica, che lo divide in due versanti molto diversi tra loro: il versante tirrenico, più accidentato, ricco di vegetazione e di acque, intensamente coltivato, dal clima più mite e piovoso, ricco di vigneti. Il versante adriatico, invece, è caratterizzato da colline con coltivazioni estensive e temperature più rigide. La differenza orografica rappresenta un punto di forza, poiché determina la formazione di particolari microclimi, variabili da zona a zona, che consentono di produrre in questi territori uve idonee a dare vini di grande pregio.

A woman holding up a glass of red wine in a restaurant to examine its color quality

Per la produzione del Taurasi sono adatti i vigneti collinari. Tutte le operazioni, vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, si effettuano nella zona DOCG. L’uva utilizzata è Aglianico per 85%, con aggiunta di altre a bacca rossa, non aromatiche, prodotte in provincia di Avellino. Anche i mosti provengono dalla stessa zona. L’uva raccolta è sottoposta ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni ed è messa a riposare all’interno di botti di legno. Rigorosa anche la periodicità di lavorazione ed invecchiamento, con quest’ultima che decorre dal 1° dicembre dell’anno in cui le uve sono state prodotte. Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Taurasi” deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di tre anni, di cui almeno uno in botti di legno. Quello della tipologia “riserva” deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di quattro anni, di cui almeno diciotto mesi in botti di legno.

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