Tiramisù: la ricetta più antica del dessert italiano che ha conquistato il mondo

Il tiramisù è senza dubbio alcuno il dolce italiano più celebre al mondo. Nonostante le sue infinite varianti, è la ricetta tradizionale, intramontabile, a conquistare i palati dei golosi di ogni parte del globo. La forza del mascarpone, con le sue delicate note di acidità, uno dei formaggi più incredibili della gastronomia di casa nostra, si unisce alle noti forti del caffè, dello zabaione, la variante del cacao, e la presenza fissa degli immancabili savoiardi che creano un finto pan di spagna. Il tutto per dare vita ad un dessert che non ha bisogno del calore del forno ma viene composto a freddo e viene servito a metà tra una torta e un gelato.

Dunque, mettiamo un po’ d’ordine. Innanzitutto identifichiamo la ricetta originale.

Gli ingredienti come detto sono mascarpone, uova, zucchero, savoiardi, caffè e cacao in polvere. Occorre montare tuorli d’uovo e zucchero, poi aggiungere il mascarpone e gli albumi d’uovo montati. Si inzuppano i savoiardi nel caffè e si alternano con gli strati di crema di uova e mascarpone, spolverando alla fine con il cacao. Punto fondamentale, la crema. Che deve rimanere morbida e abbondante, senza farsi assorbire completamente dai savoiardi. Come si vede, nella ricetta classica non compaiono né i liquori, né il cioccolato all’interno degli strati. Se si preferisce aggiungere del liquore, il più indicato appare il Marsala.

Diciamo subito che il “tiramisù” potremmo chiamarlo anche “tirame sù”, visto che il dolce ha un luogo di nascita ben preciso: Treviso. Tutto nacque dallo “sbatudin”, dolce povero ed energetico a base di tuorlo d’uovo montato con lo zucchero, destinato soprattutto ai bambini, agli anziani e ai convalescenti. Alla fine degli anni ’60, l’attore, regista e gastronomo Giuseppe Maffioli pubblica un libro, La cucina trevigiana, in cui descrive l’usanza veneta di consumare lo zabaione assieme alla panna montata e a dei biscotti secchi detti baicoli. Sta succedendo qualcosa, i pasticcieri e i ristoratori trevigiani stanno lavorando per tirare fuori da quello “sbatudin” un dolce veramente speciale. Che vedrà la luce nel 1970, come testimonierà lo stesso Maffioli su Vin Veneto, la rivista da lui fondata, nel primo numero dell’anno 1981.