Oltre mille metri sul livello del mare, il paese più alto della Campania. Un piccolo borgo, tutto da vivere, straordinario, celebre anche perchè diede i natali al compianto regista Ettore Scola. Anticamente a Trevico, così si chiama la perla che scopriamo oggi nella nostra Italia da Vivere, paesino di 917 anime (anno 2017) nella ridente Irpinia, la provincia di Avellino, si accedeva attraverso tre porte: da San Sossio, Vallata, Vallesaccarda, come testimoniato dal nome del paese, dal latino tres viccum, tre vie. Paese nobiliare, dove si rifugiavano nelle miti estati le famiglie più abbienti, fu in passato conteso nella lotta tra bizantini e longobardi, prima dell’erba borbonica, in una Italia che era terra di conquista e meta ambita per lo straniero. Il paese passò prima sotto la dominazione normanna e la corona dei D’Angiò, per poi arrivare, nel periodo appunto borbonico, a quella che è la configurazione più vicina a quella attuale. Di interesse la sosta presso il refrigerante tiglio del 1692, ove ancora oggi riverbera l’eco dell’antica natura dell’albero: talora luogo di decisioni importanti riguardanti il comune, ma anche di esecuzioni di condanne: nel 1833 vi fu appeso il brigante Procacciante, periodo in cui (1800-1845) nel paese, fu particolarmente attivo il fenomeno del brigantaggio. Anche Trevico ha subito come molti paesi della Baronia, gli effetti devastanti dei terremoti, quello del 1980, però, ha consentito di portare alla luce dagli scavi della cripta (restaurata e visitabile), il portale del 1472, una statua lignea del 1200. La cripta fungeva da luogo di sepoltura dei vescovi (fino al 1918 Trevico fu sede vescovile) e di famiglie nobiliari del luogo. Clima straordinario, enogastronomia da fare invidia alle grandi capitali europee, patrimonio architettonico di non poco conto, con la cattedrale di Trevico intitolata a Santa Maria Assunta e al martire Sant’Euplio come reperto straordinario di un passato tutto da scoprire, sulle strade di un turismo religioso che in Irpinia è forte, grazie anche al Santuario di Montevergine. All’interno si ritrova infatti la Madonna della Libera il cui culto è molto vivo in tutta la Baronia soprattutto in relazione all’intercessione attribuitale di aver fermato una frana.