Armonia meravigliosa e unica tra natura e storia, con in mezzo, al centro di tutto, l’uomo. Erano questi gli straordinari canoni di bellezza ideale che l’artista Raffaello perseguiva, ed oggi la sua città Urbino, a distanza di secoli, rimane sempre incentrata sulla sua figura, in un percorso di arte, cultura, in un viaggio tra passato e presente tutto da vivere. Perchè il turismo è anche questo: nella nostra Italia da Vivere, Urbino diventa la città da conoscere per un percorso a ritroso alla scoperta el suo illustre concittadino, tra mostre, eventi, reperti unici del suo essere artista.
Dall’infanzia, nella sua casa natale, quella del padre, facente parte del casato dei Montefeltro, fino al Palazzo Ducale dove realizzò le sue opere in età adulta.
L’Italia è anche questa: nessun Paese al mondo offre l’opportunità di vivere le bellezze di una città e di una regione incentrando il proprio percorso sulle tracce di un personaggio, di un genio, che inevitabilmente ha influenzato la storia della sua comunità
Nato nel 1483 il giovane artista mostrò doti straordinarie fin da bambino quando dal padre ricevette i primi insegnamenti di pittura. Nella sua formazione artistica ebbero un importante peso le suggestioni artistico-letterarie della corte urbinate che fecero di Raffaello un perfetto gentiluomo di corte in grado di lavorare in armonia con tutti.
La casa di Raffaello diventa la tappa fondamentale di una vacanza culturale nelle Marche da non dimenticare: che lascerà un segno indelebile nella vostra mente, nella vostra anima, nei vostri occhi.
Il tour alla scoperta del celebre artista nelle Marche non poteva non partire dalla città dei Montefeltro ed in particolare dalla casa appartenuta al padre di Raffaello Giovanni Santi umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro. A Casa Raffaello dove l’artista trascorse i primi anni della sua formazione artistica, è possibile ammirare delle copie ottocentesche di due opere realizzate da Raffaello la “Madonna della Seggiola” e la “Visione di Ezechiele” e l’affresco della “Madonna col Bambino” attribuito dalla critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello giovane.